30/03/09

La scoperta

lonzino1

Alla fine la curiosità ha vinto. Ha vinto su una scelta che fino a sei mesi fa non credevo che avrei messo in discussione. Una scelta non tanto animalista magari, ma un po' ambientalista sì. E anche salutista. Resto convinta che la carne non faccia molto bene e magari tra un po' smetterò di nuovo di mangiarla, ma ora devo ammettere che mi diverto a giocare con un alimento per me nuovo, visto che non l'ho proprio mai cucinato. A memoria il primo e unico piatto di carne l'ho cucinato a 19 anni per un mio caro amico, e non era esattamente un classico, bensì un "cinesissimo" pollo con le mandorle, perché a vent'anni il cinese era ancora quasi una roba esotica, il gusto non era esattamente affinato e mangiare con le bacchette faceva troppo fico! Ricordo ancora il successo di quel piatto, ma quelli non erano anni in cui cucinavo molto, e la carne non mi era mai granché piaciuta.
Qualche anno dopo mi sono innamorata di un vegetariano, che era (anzi è) un ottimo cuoco. E' grazie a lui, soprattutto, che ho imparato a cucinare, e cucinare senza carne era per me perfettamente normale. Il pesce è arrivato pian piano, per golosità, e da allora vegetariana non mi sono più considerata. Ma la carne è rimasta un tabù, che non ho sentito mai l'esigenza di superare fino a poco tempo fa. Poi, dicevo, la curiosità è stata fatale, con grande gioia del mio fidanzato che, devo ammettere, non ha mai provato a forzarmi in questo senso. E così k-kitchen apre oggi una nuova sezione dedicata alla carne, e accetta tanti consigli perché deve imparare un sacco di cose.
Certo, come prima ricetta carnivora avrei forse dovuto parlavi del mio primo ragù, con cui ho condito le lasagne natalizie per i suoceri, o del roastbeef che mi viene strabene, oppure di certe polpette speziate con coriandolo e cumino. Invece vi parlo del lonzino del Cavoletto, perché l'ho trovato assolutamente geniale. Un salume fatto in casa buonissimo e di una semplicità sorprendente.

Visto che copio/incollo, nonostante piccole varianti, ne approfitto per partecipare al meme della Trattoria Muvara La ricetta del vicino è sempre più saporita! . La ricetta originale è qui.

Le mie varianti riguardano la combinazione sale-zucchero (io ho usato 600g di sale e 300g di zucchero per circa 900g di lonza), la durata della "cottura" in frigo (3 giorni anziché 2, ma si può arrivare a 4), e il fatto che ho legato il lonzino sia prima di metterlo nel sale sia dopo averlo ricoperto di spezie (tanto pepe, per me, e un po' di rosmarino tritato).
Ecco il risultato:

lonzino2

25/03/09

Le lasagne del compleanno (Birthday Disaster!)

Questo post partecipa al concorso Disaster Award di Alex.




24 marzo 2009. E' il compleanno del fidanzato. La torta caprese è pronta dalla mattina. Manca ancora la salsa. Chiedo consigli alle amiche su FB e, alla fine, vince la proposta di Sere: salsa ai lamponi, visto che i lamponi li avevo giusto comprati. Li frullo, aggiungo lo zucchero e metto sul fuoco a ridurre un po'.Ci siamo.
Ora è il momento del piatto forte: lasagne al pesto. Niente di trascendentale, certo, ma è il piatto preferito della mia dolce metà insieme agli gnocchi. Ho spudoratamente rubato un vasetto di pesto fatto dalla mia mamma, e preparato in anticipo la besciamella. Compongo le mie lasagne in un grosso contenitore di pirex quadrato. Sono uno spettacolo a vedersi e dal forno comincia a diffondersi un profumo che mi fa guardare l'orologio sperando che sia presto ora di cena.
Le cinque meno dieci appunto, l'ora perfetta per fare le foto della torta preparata stamattina: il sole arriva sbieco sul grande tagliere di legno, proprio come piace a me. Nessun problema di dimenticare le lasagne in forno, visto che ho attivato il timer. Faccio un paio di foto e il timer suona puntuale. Vedo le mie bellissime lasagne un po' dorate in superficie e belle gonfie di pesto e besciamella. Sono molto fiera di me. Le tiro fuori dal forno. Il ripiano a fianco della cucina è occupato dal piatto con la torta che sto fotografando, quindi le poso direttamente sui fornelli. Scatto una foto en passant alle lasagne e torno con un paio di scatti alla mia torta.

lasagne1

A un certo punto sento un toc che non capisco bene da dove arrivi. Rumore di vetro, sembra. Strano. Guardo le lasagne e mi accorgo che si stanno gonfiando inspiegabilmente. Quasi ribollono. Non faccio in tempo ad avvicinarmi che splash... il contenitore esplode seminando piccoli pezzetti di vetro per tutta la cucina.

lasagnesplash1

Non ci voglio credere. Sono sicura che quel contenitore poteva andare in forno perché l'ho già usato più volte! Comincio a pulire il pavimento mentre aspetto che ciò che resta delle mie lasagne si freddi un po' per raccogliere vetro e lasagne e buttare via tutto. A un certo punto mi avvicino e vedo la manopola del fuoco più piccola girata. E' il fornello dove ho fatto ridurre la salsa, che ho imperdonabilmente lasciato accesa al minimo :-(

lasagnesplash2

Dopo una mezz'ora di puro sconforto, incerta se scendere in rosticceria e "barare" sulle lasagne o chiamare il fidanzato e raccontare tutto. Alla fine sollevo la cornetta e confesso il disastro. Dall'altra parte del filo il silenzio dura diversi secondi. Poi, mentre lui mi suggerisce poco convinto di andare a cena fuori, mi ricordo che due ore prima ho comprato 250g di ricotta, senza idee precise su cosa farci.
La decisione è presto presa: gnocchi di ricotta!

gnocchidiricotta

La cena è salva, e gli gnocchi sono ottimi, ma il profumo delle lasagne al pesto, beh, lo sento ancora stamattina.

ps: gli gnocchi sono fatti con 250g di ricotta, poco più di un etto di farina, 1 uovo, 50g d parmigiano, sale e un pizzico di nosce moscata. Conditi con salsa di pomodoro e basilico per lui e burro, basilico e pepe per me.

24/03/09

Un Santuario senza tutele

delfino a Capo Noli

Giuro che è l'ultima foto che pubblico! Ma questo fine settimana abbiamo ripreso la consueta rotta verso ovest che ci ha accompagnato quasi tutto l'autunno-inverno, per staccare un paio di giorni dalla città e godersi il mare semideserto. E ancora una volta abbiamo avuto la fortuna di un incontro. Breve perché i delfini (una decina, direi) erano parecchio impegnati a mangiare: ci hanno fatto un breve saluto, ma poi sono tornati a occuparsi del loro cibo. Noi dal canto nostro, avevamo un vento abbastanza forte quasi in poppa e poca voglia di strambare per tornare indietro, e abbiamo capito che loro non avevano molta voglia di essere disturbati. Però almeno una foto, di quei pochi minuti, sono riuscita a farla. Siamo di fronte a Capo Noli, piuttosto vicino a terra, quasi davanti allo spiaggione di Varigotti (spiaggione per noi liguri, s'intende!).
Di quest'incontro, che ha coronato un bel fine settimana di vela (con motore sempre spento tranne che per manovrare in porto) sono particolarmente felice, perché pochi giorni fa mi è capitato di leggere il rapporto di Greenpeace sul Santuario del Cetacei, che mi aveva un po' rattristato. Secondo Greenpeace, infatti, il mar Ligure, che è ricompreso integralmente nel Santuario dei Cetacei, sarebbe una vera e propria fogna a cielo aperto, con livelli di colibatteri altissimi che, insieme a diverse altre cause, contribuirebbero alla drastica riduzione dei mammiferi marini nel nostro mare.
Per arrivare a questa conclusione Greenpeace ha condotto un'indagine sul campo, che si è svolta per una decina di giorni lo scorso agosto. Immediatamente dopo la presentazione del rapporto sono arrivate accuse di semplificazioni e allarmismo ingiustificato, fondate sulla poca "scientificità", di una ricerca durata pochi giorni, nel pieno della stagione estiva, in un tratto di mare che copre solo una piccola porzione del Santuario e che ha non tiene conto dell'estrema mobilità dei cetacei e dell'intero ecosistema marino. Tutto vero, certo. Anche nella nostra piccola esperienza di frequentatori del mar ligure, possiamo dire che gli incontri più belli con i delfini li abbiamo avuti tutti fuori stagione (basta che diate un'occhiata alle date delle foto su questo blog). D'estate li incontriamo solo molto al largo, spesso di notte o appena all'alba.
E' vero però che le minacce ai mammiferi marini causate dalle attività umane sono notevoli: dall'inquinamento acustico, a quello chimico e batteriologico, dal rischio di collisione (causato soprattutto dall'alta velocità con cui sfrecciano traghetti, cargo e d'estate, barche da diporto) alla pesca illegale, fino a pratiche di whale watching "estremo", che provocano forte stress negli animali, che vengono letteralmente assediati, anziché osservati a distanza di sicurezza.
Esagerazioni? Certo il mare è una fonte di ricchezza anche economica, soprattutto per la Liguria. Basti pensare che le compagnie croceristiche o al traffico di container che sono per la nostra regione due assi portanti della tenuta economica anche in tempo di crisi. Ma davvero non è possibile conciliare, almeno un po', sviluppo e tutela dell'ambiente?
Ciò su cui studiosi e politici (almeno quelli liguri) concordano con gli ambientalisti riguarda l'essenza stessa del Santuario (costituito una decina d'anni fa tra Italia, Francia e Montecarlo) che, a differenza della aree marine protette, non ha alcun genere di potere, con cui, per esempio, regolamentare il traffico e la velocità delle navi e sanzionare i comportamenti illeciti. Una consapevolezza che (seppur con estremo ritardo!), potrebbe essere un punto di partenza per una maggiore tutela del nostro mare ma che, visto che siamo in Italia, probabilmente sarà solo l'ennesima bolla di sapone che si risolverà con un nulla di fatto.

18/03/09

Crocchette di melanzane e feta

ingredienti per crocchette

Ho voglia di vestiti leggeri e sole sulla pelle, di vento tiepido e profumo di fiori, di pic-nic sui prati e passeggiate sulla spiaggia, per immergere i piedi nell'acqua e convincersi che forse è ancora un po' fredda ma non ci vorrà ancora molto per azzardare i primi bagni. Mi sento così da una decina di giorni e approfitto di ogni momento libero per stare all'aperto. Le previsioni meteo per il prossimo week end, in realtà, non sono così incoraggianti per chi (come me) ha già tirato fuori dall'armadio il costume, però insomma, ormai ci siamo quasi.
Così sono arrivate le prime piantine aromatiche a dare una nota di verde alla mia cucina e un tocco di freschezza ai piatti. E l'altro giorno mi sono fatta tentare dalle melanzane che, certo, non sono di stagione, però erano belle e in super offerta. Volevo abbinarle alla feta, ma non facendo la solita pasta, per cui ho provato a fare delle crocchette, profumate di basilico e menta. Sono ottime così, da servire come antipasto, magari accompagnate da yogurt greco.

crocchedi melanzane e feta

Ingredienti (per una quindicina di polpette):

1 melanzana grande
100g di feta
1 uovo piccolo
1 spicchio d'aglio tritato
menta e basilico spezzettati
sale e pepe qb
pangrattato
olio per friggere

Lavate e cuocete intera la melanzana. Io di solito la metto in forno per circa 40 minuti, ma questa volta ho provato a usare il microonde (12 minuti a potenza massima sono sufficienti). Prelevate la polpa con un cucchiaio ed eliminate il liquido che si è formato. Mettete in una ciotola la polpa (schiacciata con una forchetta o tritata al coltello), insieme alla feta sbriciolata con le mani. Aggiungete le erbe sminuzzate e l'uovo; salate e pepate e unite il pangrattato necessario per avere la giusta consistenza per formare delle crocchette (una mezz'oretta in frigo aiuta ad avere un composto più sodo e ad aggiungere meno pane). Ripassate nel pangrattato e poi friggete le crocchette finché sono dorate.

17/03/09

Fast Fish

nasello rapido

Ci sarebbe quasi da vergognarsi a postare una ricetta così, se non fosse che ha avuto un successo inaspettato. Il fatto che dopo tre anni di pesce di tutti i tipi e in tutte le salse la mia dolce metà abbia deciso che il suo pesce preferito è il nasello (sic!), dovrebbe farmi infuriare, però l'amore è amore e, visto che alla fine in questi tre anni la suddetta dolce metà nel piatto non ha mai lasciato nulla, ho deciso che ogni tanto posso accontentarlo: se nasello dev'essere, nasello sia!
Fatto sta che a me il nasello non suscita particolari emozioni, tantomeno ispirazioni culinarie. Diciamo che lo tiro fuori dal freezer, mi guardo intorno e lo preparo con quel che ho. Quest'inverno l'ho preparato diverse volte con l'arancia (filetti appena infarinati e cotti nel succo d'arancia fino a farli leggermente caramellare), grazie a una ricetta rubata alla prova del cuoco. Ma l'altro giorno ero rimasta anche senza arance. Per fortuna le spezie non mancano mai.
Il buono di questa ricetta è che non c'è nemmeno bisogno di scongelare il pesce: dal freezer al piatto in meno di 15 minuti :-)

4 filetti di nasello surgelati
1 cucchiaio di semi di cumino
1 cucchiaino di semi di coriandolo pestati
1 cucchiaino di pepe bianco pestato
1 spicchio d'aglio tritato
la scorza grattuggiata di un limone non trattato (io avevo un lime)
sale
olio evo (2 cucchiai)

Scaldare l'olio con l'aglio, le spezie e la scorza di limone. Farci rosolare rapidamente i filetti, sfumare con vino bianco e poi coprire la padella giusto il tempo che i filetti diventino bianchi. Salare all'ultimo e servire.

12/03/09

La Liguria in 100 prodotti (piccolo spot!)

100prodotti

Questo libro l'ha appena pubblicato la casa editrice con cui collaboro. Il mio contributo, a dire il vero, si limita a tre foto, perché (almeno per ora) scrivo di economia, e non di cucina.
Ma il libro mi piace molto e avevo voglia di parlarvene.
Gli autori sono due giovani giornalisti (un genovese e un savonese) appassionati di buon cibo e buon vino, che si sono "sacrificati" per qualche mese, andando in giro per trattorie, ristoranti, enoteche e produttori della Liguria per assaggiare, fotografare e chiacchierare con chi la cucina ligure la fa davvero.
Ne è uscito fuori un libro, secondo me, molto carino. Non la solita raccolta di ricette, che ormai ce ne sono fin troppe, ma un libro di storie e di aneddoti che raccontano la Liguria attraverso i suoi prodotti e piatti tipici. Quelli noti in tutto il mondo e quelli che solo pochi conoscono perché magari sono legati a piccolo "pezzetto" di territorio, o fanno parte di tradizioni a rischio di estinzione. E' certamente vero che io non conosco quanto dovrei la cucina della mia regione, ma molti di questi piatti non li avevo mai nemmeno sentiti nominare!
Nel libro, come dicevo, non si trovano vere e proprie ricette, ma ci sono , sparse qua e là, parecchie "dritte" utili alla preparazione dei piatti, e diverse annotazioni che spiegano come l'accavallarsi delle tradizioni e il loro stratificarsi nel tempo e nei luoghi abbiano modificato le ricette originali o abbiano creato molte varianti, che fanno sì, per esempio, che la buridda abbia ingredienti molto diversi a seconda che la si gusti a Genova, a Savona o nel levante ligure. Inoltre, visto che non è affatto scontato scovare la trattoria che prepara ancora gli stecchi fritti (che sarebbero degli spiedini croccanti a base di carne, funghi e verdure), o la pasticceria che vende la spungata (un dolce tipico della val di Magra a base di mele, pere, pinoli e frutta candita ), in fondo a ogni scheda c'è una rapida guida che indica dove si possono assaggiare o acquistare i diversi prodotti.
Il libro è scritto in collaborazione con Slow Food (con il 10% del ricavato destinato alla fondazione Terra Madre) e sarà presentato a Slow Fish, il 20 aprile.
Un po' di info sul libro le troverete a breve qui oppure potete chiedere direttamente a me :-)

A proposito di Slow Fish, qualcuno ci viene?

Piccolo aggiornamento pratico: visto che parecchi di voi mi stanno chiedendo come acquistare il libro al di fuori della Liguria, mi dicono dalla redazione che è sufficiente mandare una mail a info@100prodotti.it per conoscere le modalità di versamento e farsi spedire il libro direttamente a casa :-)

10/03/09

Il patrimonio dei foodblogger e ...i croissant di Adina

Il tempo è davvero volato. Sono passati tre mesi dall'ultimo segnale di vita su questo blog. Me ne sono accorta solo oggi, mentre scrivevo questo post. Sto bene e, a dire il vero, non so precisamente perché non ho aggiornato il blog per così tanto tempo. Semplicemente forse avevo pochi stimoli e altro per la testa, ma poi, come sempre, dopo un po' questa casetta mi manca e mi vien voglia di tornare :-)
Questi mesi per me non sono stati sicuramente granché creativi culinariamente parlando, anche se la mia cucina è un po' cambiata, ma di questo vi racconterò un'altra volta. Diciamo per ora che sto imparando a conoscere alimenti che per molto tempo sono rimasti rigorosamente fuori dalla mia cucina (e dal mio frigo), e che ora mi ritrovo un po' a dover partire dalle "basi". Anche per questo, mi sono trovata a scopiazzare abbondantemente, e con gran soddisfazione, da vostri blog.
A proposito di scopiazzamenti, mi sembra di capire che le cose qui si stiano facendo davvero serie, e non posso non ringraziare Stella e Fiordisale, che stanno lavorando per tutti!
Tanto più che in molti casi, oltre al già poco etico (e illegale) copiare senza citare la fonte, si stanno diffondendo veri e propri raccoglitori semi-automatici di "spazzatura", che usano le nostre ricette e/o le nostre foto, messe su con cura e passione, in modo improprio anche da un punto di vista dei contenuti (qui per esempio c'è la foto della mia focaccia genovese... tanto per rendere l'idea) . E questo mi lascia piuttosto disgustata.
L'immenso patrimonio di ricette messo in rete dai fooblogger è davvero prezioso, perché consente di trovare rapidamente qualsiasi ricetta, confrontarla con altre simili, personalizzarla e magari condividere a propria volta il risultato ottenuto... Un'opportunità impensabile fino a dieci anni fa, che va tutelata con ogni mezzo!

croissant

Ecco un semplice esempio. Recentemente, mi sono rimessa all'opera con i croissant dopo circa un anno e mezzo dall'ultimo esperimento, in cui avevo utilizzato la ricetta di Mercotte. Questa volta sono stata tentata dalla ricetta di Christophe Felder che ha postato Adina qualche tempo fa. Ero un po' arrugginita quanto a impasti, stesure della sfoglia e "giri, ma sono rimasta soddisfatta. Le sfogliature sono quelle giuste, così come il sapore. La prossima volta cercherò solo di stendere più sottilmente la sfoglia finale, e tagliare i triangoli con la base un po' più grande. Però sono davvero ottimi! Un po' li ho congelati già cotti e un po' prima dell'ultima lievitazione. In entrambi i casi rendono molto bene :-)
La ricetta la trovate qui