19/12/09

Auguri!

genovaneveprenatalizia

A Genova è sceso il gelo e la neve è arrivata anche in città. Pochina a dire il vero, ma sufficiente per dare un che di romantico al Natale che si avvicina. Sono presa tra il lavoro e, in questi giorni, anche da un po' di movimento in casa (abbiamo messo i pensili e la mia cucina ora è bellissima!), senza ancora aver avuto il tempo di pensare a cosa preparare per le fatidiche feste. Per fortuna sarò dai suoceri per il pranzo di Natale e dai miei a Santo Stefano, ma mi devo attrezzare per un paio di cene di famiglia e un altro paio con gli amici, ma ok, calma, c'è ancora tempo, mi dico.
In questi mesi mi sento così, perennemente con l'acqua alla gola. Però sto bene. Tanto lavoro a cottimo, alcuni bei progetti e tante belle speranze. Il blog mi manca, ma i ritmi lavorativi sono cambiati, e se trovo il tempo per cucinare, di fare foto o scrivere post non se ne parla, diciamo almeno fino a febbraio, poi si vedrà.
Questo, in sostanza, volevo dire ai pochi che per caso o per affetto passano ancora di qui.
I vostri blog, seppur sporadicamente li spulcio, almeno grazie a facebook, che è rimasta la mia fondamentale (in quanto rapida) finestra sul mondo del food.
Quindi buon Natale e buone feste a tutti. Vi lascio con un link a un pezzettino che ho scritto ieri per uno dei progetti a cui sto lavorando insieme a un gruppo di colleghi. Qualche consiglio goloso per uno shopping genovese, per Natale e non solo. Lo trovate qui.
Se ne avete voglia, date un'occhiata al sito e diteci cosa ne pensate :-)

18/07/09

Ricette vecchie e nuove per una cenetta estiva

Ogni tanto cerco di ricordarmi che ho ancora un blog e che, anche se non sembrerebbe, ci sono molto affezionata, ma la pigrizia con il caldo è davvero tanta. Ultimamente, poi, ci si è messo pure facebook, dove è così rapido scrivere due cose e pubblicare le foto dei piatti che il povero blog chi lo considera più?
Così approfitto di una cenetta fatta un paio di sere fa per due amiche-colleghe per pubblicare un paio di ricettine fresche e veloci che hanno contribuito a comporre una specie di cena-buffet.
Tra le cose che ho preparato e che sono già sul blog ci sono: le polpettine di alici, i pacchettini di salmone con maionese al wasabi, le acciughe marinate (però ho usato il limone e non l'aceto di mele), l'insalata di avocado, melone e salmone affumicato, che ho pubblicato di recente.
Per completare la cena ho preparato un'insalata di orzo, gamberi e zucchine, con un pesto leggero senza aglio né formaggio. Tutto bollito, a parte i gamberi cotti a vapore e poi puliti, condito col pesto e messo a riposare al fresco per un'oretta.

orzo con gamberi zucchine e pesto

Infine il dolce, altrettanto semplice e veloce, rubato a Donna Hay.

coppette cioccolato bianco e lamponi3


Di questo vi lascio anche le dosi:

Bicchierini di panna, cioccolato bianco e lamponi

200g di panna fresca
150g di cioccolato bianco
3g di gelatina in fogli
un cestino di lamponi

Mettete la gelatina a bagno nell'acqua fredda per 10 minuti. Scaldate il cioccolato in pezzi insieme alla panna senza farlo bollire. Unite la gelatina strizzata e mescolate bene. Mettete nei bicchierini (ne usciranno 4). Lavate e asciugate i lamponi e affogatene circa la metà dentro i bicchieri con panna e cioccolato. Mettete in frigo almenno due-tre ore. Prima di servire aggiungete i lamponi rimasti.

29/06/09

Ragù (di seitan)

ragù di seitan

E' buffo che proprio nell'anno in cui k-kitchen ha deciso di tornare carnivora poi le venga voglia di prepare robe vegan, ricordi ormai sfocati di una vita che sembra così lontana ma in fondo non lo è. Sì perché io sono stata anche vegana in gioventù ma, soprattutto, avevo un (ex) fidanzato vegetariano e intollerante ai latticini, per cui i cibi vegan erano alimentazione quotidiana, così come la preparazione casalinga di seitan e tofu. E così, quando l'altro giorno ho visto la cavoletta, quasi stupita di se stessa, preparare il seitan in casa, mi sono detta che era ora di rispolverare le mie spinte salutiste (sob!) e mettermi al lavoro. Complice un sabato uggioso e casalingo e la necessità impellente di mettere le mani in pasta (e così ho fatto anche mezzo kg di pasta fresca), mi sono ritrovata con 400g di seitan morbido e spugnosetto (al contrario di quello che potete trovare nei negozi bio).

seitan tritato

Certo non ha un bell'aspetto, ecco, e il sapore diciamo che è neutro (per non dire insapore!) però ha dalla sua parte che è vegetale al 100%, e quindi sano, e il fatto di sapere di nulla o quasi consente di insaporirlo a seconda di come volete cucinarlo. Va utilizzato esattamente come la carne ma, prima di cuocerlo, l'ideale è marinarlo ben bene con spezie, aromi e shoyu. Oppure lo si può usare come spezzatino o ragù, semplicemente tritandolo a coltello e procedendo come un normalissimo sugo di carne. E' quello che ho fatto io, preparando un soffritto con cipolla-sedano-carota, sfumando il seitan tritato con vino rosso e cuocendo per circa 1 ora e mezza (sì lo so ci vorrebbero 3 ore, ma mi sono accontentata).
Ottimo ovviamente per condire la pasta, ma anche da spalmare sul pane. Provatelo (se avete il coraggio!) perché è davvero buono e sano, e mangiare vegan ogni tanto certamente male non fa nemmeno al carnivoro più accanito :-)

ps: per la prepazione del seitan casalingo vi rimando alla ricetta del cavoletto , anche se io non ho mai fatto riposare il blob per una notte (ma solo per un'ora) e uso almeno metà farina integrale. Inoltre, per cuocere il seitan consiglio vivamente un pezzo di kombu, un po' di shoyu e un pezzetto di zenzero fresco. Si conserva in frigo immerso nel suo liquido per alcuni giorni.

22/06/09

Tempo d'estate (e di melone!)

insalata di salmone, avocado e melone

Più che una ricetta questa è la (ri)proposta di un abbinamento. Di quanto io apprezzi il melone col pesce (in particolare col tonno, i gamberi o il polpo) ne ho già parlato ampiamente in passato, in particolare qui, qui e qui.
Altrettanto azzeccato (sempre limitandoci al pesce, per la carne rimando a un successivo post) è l'abbinamento col salmone affumicato. Ho aggunto un avocado (sarà banale e poco ecologico ma io lo adoro!) e del songino. Ci sarebbe stata bene anche la rucola, ma non ne avevo. In alternativa si può sostituire l'insalata con del coriandolo fresco. Per condire in tutti i casi: olio ligure, limone sale e pepe macinato al momento. Un piatto velocissimo da preparare per un pranzo fresco, profumato e pieno di vitamine.

16/06/09

Cake di albicocche e mandorle

Ho poco tempo per aggiornare il blog in questo periodo, e questo mi dispiace. Così come mi è dispiaciuto non partecipare all'evento Sottilette Kraft a cui ero stata gentilmente invitata e che mi pare, leggendo qua e , sia stato un gran successo. Sarà per la prossima volta!

Lunedì 15 giugno, però, mi sono persa (letteralmente) a Terroir Vino, l'evento annuale organizzato da Filippo Ronco di Tigullio Vino a Palazzo Ducale a Genova. Un appuntamento importante per tutti gli appassinati di vino, ma anche una buona occasione per chi, come me, di vino capisce poco, per parlare direttamente coi produttori che, diciamolo, a differenza dei sommelier, hanno il dono di farsi capire anche dai profani. Ottimi vini e ottima compagnia (grazie Sandra!).

Vi lascio una ricettina veloce, con le prime albicocche della stagione, che mi sono costate un paio di pantaloni a cui ero molto affezionata (galeotta fu la recinzione illecitamente scavalcata!). Ma ne è valsa la pena, sia per le albicocche (che quelle maturate sull'albero, si sa, hanno tutt'altro sapore!), sia per quella sensazione di avere ancora 15 anni quando il giorno dopo ne ho compiuti... vabbè, lasciamo stare!

cake di albicocche e mandorle

Cake di albicocche e mandorle

150g di farina
75g di mandorle ridotte a farina più un cucchiaio a scagliette
150g di zucchero
100g di burro
2 uova
una decina di albicocche
un cucchiaio di zucchero vanigliato
9g di lievito

Lavate le albicocche, dividetele in due e corpargetele con lo zucchero a velo. Montate le uova con lo zucchero, aggiungere il burro fuso, la farina setacciata con il lievito e le mandorle in polvere. Versate in uno stampo imburrato e infarinato, e mettete sull'impasto le albicocche e le scagliette di mandorle. Cuocete a 180° per circa 45 minuti.

25/05/09

Ciambella allo yogurt

ciambella allo yogurt

La foto è abbastanza orrida, lo so. L'ho fatta qualche giorno fa con poca luce e poca cura. In questi giorni ho parecchio da fare, senza contare che quest'estate anticipata mi dà alla testa (in senso buono!) e nei momenti liberi ho solo voglia di andare al mare e pensare alle prossime vacanze!
Inoltre non avevo intenzione di postare questa ricetta, nata da un'emergenza colazione e dalla voglia di provare uno stampo comprato più di un anno fa. E' uno stampo per ciambella troppo grande per la colazione di due persone, ma almeno una volta volevo usarlo. Poi mi sono accorta che questa semplicissima ciambella, a una settimana di distanza da quando l'ho preparata, è rimasta praticamente identica a se stessa, morbida e profumata. Sì magari ora con sto caldo può darsi che le due fette rimaste comincino a camminare da sole, ma questa è un'altra storia... Provatela, è perfetta per la colazione del mattino.
La ricetta l'ho presa dal forum di cookaround . Ho solo sostituito con la fecola parte della farina, e bagnato alla fine con uno sciroppo di limone e zucchero.

ingredienti:

175g di farina 00
75g di fecola
250gr. di zucchero
3 uova
1 vasetto di yogurt alla vaniglia
1 vasetto (quello dello yogurt) di olio di semi bio (girasole o mais)
1 bustina di lievito vanigliato
Per lo sciroppo: il succo di mezzo limone, un paio di cucchiai d'acqua e 4 cucchiai di zucchero.


Montate i tuorli con lo zucchero finché diventano spumosi.Mescolando aggiungete la farina e il lievito, poi unite lo yogurt. Riempite il vasetto vuoto dello yogurt con l’olio di semi e aggiungetelo all’impasto. Montate a neve gli albumi e uniteli all'impasto mescolando dal basso verso l'alto. Imburrate lo stampo per la ciambella e versate dentro l’impasto. Fate cuocere a 170°C nel forno fino a quando la ciambella si sarà dorata. Ci vorranno circa 40-45 minuti (verificate la cottura con uno stecchino)..
Preparate uno sciroppo con il succo di limone, l'acqua e lo zucchero e spennellate leggermente la superficie. Fate raffreddare e servite! Si conserva strabene, coperta con pellicola per alimenti!

07/05/09

La sacripantina

sacripantina1

Era da almeno un mese che avevo la fissa di provare a farla. La sacripantina è un dolce tipico genovese fatto di strati di pan di spagna, imbevuti di liquore, e crema al burro aromatizzata al caffé e cioccolato. Ha una tipica forma a cupola e fa bella mostra di sé nelle vetrine delle pasticcerie del centro. Il dolce non è particolarmente antico: l'ha inventato il pasticciere Giovanni Preti nel 1875, e la sua azienda la realizza tutt'oggi (industrialmente), anche in versione "merendina".
Io non sono un'appassionata di dolci, ma questa torta è davvero goduriosa, se amate il genere.
Visto la quantità di calorie, la mia scelta è stata quella di ridurre le dosi, facendo due piccole sacripantine. Diciamo che con una delle due abbiamo concluso la cena di ieri sera senza troppi sensi di colpa. E l'altra è pronta in frigo per oggi :-)
Avevo qualche dubbio sulla ricetta delle creme al burro. sinceramente, non sono ancora riuscita a capire se ci vanno i tuorli d'uovo (una specie di zabaione da unire alla crema al burro), oppure no.
Alla fine (anche grazie a Fiordisale!) mi sono convinta che lo zabaione non serviva. Serve però del burro di buona qualità, visto che il sapore si sentirà eccome.

sacripantina3

Queste le mie dosi:

180g di pan di spagna (preparato da voi o acquistato in pasticceria)
90g burro
100g di zucchero a velo
marsala secco per inzuppare
2 cucchiai di rhum
1 tazzina di caffé ristretto
1 cucchiaino di cacao amaro
2 amararetti secchi

Ricavate dal pan di spagna 8 dischi uguali (io ne ho ricavati 6 un pò più piccoli e 2 più grandi, per la base del dolce), togliendo il bordo, che dovrete tenere da parte. Montate il burro ammorbidito con 80g zucchero a velo. Unite il rhum e dividete a metà la crema. In una metà aggingete il caffé, poco per volta, amalgamando bene. Nell'altra il cacao. Ricoprite gli stampi con pellicola alimentare. Mettete il primo dischetto di pan di spagna, bagnandolo col marsala. Ricopritelo con la crema al caffé. Poi mettete il secondo disco, bagnate e ricoprite con la crema al cacao. Procedete così fino a esaurire i dischetti premendo delicatamente ogni dischetto inzuppato sui precedenti.Completate con l'ultimo disco (quello più grande, nel mio caso) Bagnate, premete, richiudete la pellicola sopra il dolce e mettete in frigo per tre ore. Alla fine dovranno avanzarvi un paio di cucchiaiate di crema al caffé, per completare il dolce.
Nel frattempo sbriciolate bene il pandispagna rimansto e gli amaretti (l'ideale è pestarli nel mortaio) e uniteli ai 20g di zucchero a velo rimasti. Passate le tre ore tirate fuori la sacripantina dal frigo e rovesciatela su un piatto. Spalmate in cima la crema rimasta e rivestita il tutto con le briciole. Tenete in frigo fino al momento di servire!

ps: la forma a cupola non mi è venuta; ci vorrebbe lo stampo apposito....La prossima volta proverò con un'insalatiera. In fondo era il primo tentativo, e sono piuttosto soddisfatta!

sacripantina0a

22/04/09

Sugarello mantecato

cremasugarello1

Diciamo che da un po' di tempo avevo voglia di fare il baccalà mantecato, soprattutto dopo aver visto il loro. Sono settimane che mi trattengo dal comprare il baccalà, perché il mio fidanzato (a cui il merluzzo piace!!!!) davanti al baccalà comincia a fare facce strane. E nulla serve spiegargli che a) è lo stesso pesce, giuro e b) la ricetta che ho in mente è superdelicata. Niente.
Comunque, lunedì abbiamo fatto un giro a Slow Fish. Era l'ultimo giorno della fiera e ci sono andata soprattutto per sentire la presentazione di questo libro.
Comunque, ancor prima di entrare nel padiglione Nouvel (meraviglioso a mio avviso, ma forse un po' troppo grande per Slow Fish) siamo stati accolti dai noti cartelli didattici sui pesci di cui andrebbe evitato o comunque fortomente limitato il consumo . Ed eccolo lì il mio baccalà che fa bella mostra di sé sul secondo cartello, essendo tra i pesci più sfruttati del globo insieme al povero tonno rosso. Tra i pesci consigliati dai cartelli successivi, perché (ancora) poco sfruttati in cucina (oltre alla mia adorata palamita!) c'è il sugarello. Questo pesce, che a Genova si chiama suello, pur avendolo visto mille volte dal pescivendolo a far compagnia ad acciughe e sgombri, non lo avevo mai provato. Così ieri, insieme a una mezza chilata di acciughe, ne ho presi uno, tanto per assaggiarlo. La carne assomiglia un po' a quella dello sgombro, è più delicata di sapore ma un po' meno soda, nel senso che rischia di sciogliersi un po' in cottura.
Per la pulitura vi rimando alle istruzioni che ha dato fiordisale tempo fa: davvero preziose, peccato non averle lette prima!

Io comunque, visto quel che ci volevo fare, non mi sono preoccupata troppo di eventuali spappolamenti. Ho tolto testa e interiora e ho diviso in due filetti (lasciando la lisca centrale). Ho cotto i filetti per una decina di minuti coperti di latte. Poi ho pulito il pesce eliminando tutte le spine, e l'ho mantecato nel frullatore con olio, come per fare la maionese. Alla fine ho aggiustato di sale e aggiunto un po' di pepe nero e una grattugiata di scorza di limone non trattato. Ho usato la crema per riempire alcuni bigné, fatti tempo fa e congelati. Ma è perfetta spalmata su semplici crostini di pane.

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ps: questo pesce è stata davvero una bella scoperta, sia per il costo limitato (4 euro al chilo), sia per il sapore molto delicato. Assolutamente da ricomprare alla prima occasione.

08/04/09

Cake caffè, cioccolato bianco e mandorle

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Questi ragazzi qui, a forza di preparare robe deliziose col caffè, mi hanno fatto venir voglia di andare oltre le mie sacre tazze di caffè mattutino. Certo, se raccontassi a Fabrizio com'è il mio caffè del mattino (e quello del pomeriggio) resterebbe certamente inorridito, ma che ci posso fare? Io adoro la brodaglia lunga, cioè proprio allungata con acqua e con aggiunta di zucchero e di latte! Adoro la mia tazzona fumante da sorseggiare lentamente davanti al pc mentre controllo la posta, leggo repubblica.it e faccio un giro per blog . E il caffè solubile (non nestlé però!) è diventato il mio miglior alleato da diversi anni, più precisamente da quando una mia amica ha distrutto, con un gesto degno dell'incredibile Hulk, la mia amata caffettiera napoletana. Con la moka, personalmente, non ho mai avuto un gran rapporto, anche se il caffè l'ho sempre preparato (soprattutto per gli ospiti) seguendo tutte le regole. Il mio fidanzato, i primi tempi che stavamo insieme, quando ancora non osava contraddirmi su niente (i bei tempi andati!), mi ha seguito per un po' lungo la strada del bollitore, ma di recente è tornato con gran soddisfazione alla sua moka, salvo poi insistere nell'andarsene in giro per la casa mentre il caffé è sul fuoco, ma questa è un'altra storia!
Comunque, dicevo, mi è venuta voglia di un dolce al caffè, e più esattamente di una roba semplice semplice per la colazione, giusto per raddoppiare le dosi mattutine di caffeina che, in questa stagione in cui dormirei dodici ore di fila, sembrano non bastare mai. La ricetta è presa da cooker con dosi però modificate. Non è esattamente dietetico, ma è davvero ottimo :-)

Ingredienti:
180g farina
180g burro
160g di zucchero
3 uova
100g di cioccolato bianco
4 cucchiaini di caffè solubile
6g di lievito
una manciata di mandorle fatte a scagliette

Fate sciogliere il burro e lasciatelo intiepidire. A parte fate fondere il cioccolato. Sbattete i tuorli con lo zucchero, unite il burro e la farina setacciata con il lievito. Mescolate bene e dividete in due l'impasto. Unite a metà dell'impasto il cioccolato bianco e all'altra metà il caffé sciolto in pochissima acqua calda. Montate gli albumi a neve, dividete a metà e incorporateli ai due impasti. Versate nello stampo da cake, alternando, e date una mescolata con un cucchiaio. Completate con i pezzetti di mandorla e infornate a 175° per circa 45 minuti.

30/03/09

La scoperta

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Alla fine la curiosità ha vinto. Ha vinto su una scelta che fino a sei mesi fa non credevo che avrei messo in discussione. Una scelta non tanto animalista magari, ma un po' ambientalista sì. E anche salutista. Resto convinta che la carne non faccia molto bene e magari tra un po' smetterò di nuovo di mangiarla, ma ora devo ammettere che mi diverto a giocare con un alimento per me nuovo, visto che non l'ho proprio mai cucinato. A memoria il primo e unico piatto di carne l'ho cucinato a 19 anni per un mio caro amico, e non era esattamente un classico, bensì un "cinesissimo" pollo con le mandorle, perché a vent'anni il cinese era ancora quasi una roba esotica, il gusto non era esattamente affinato e mangiare con le bacchette faceva troppo fico! Ricordo ancora il successo di quel piatto, ma quelli non erano anni in cui cucinavo molto, e la carne non mi era mai granché piaciuta.
Qualche anno dopo mi sono innamorata di un vegetariano, che era (anzi è) un ottimo cuoco. E' grazie a lui, soprattutto, che ho imparato a cucinare, e cucinare senza carne era per me perfettamente normale. Il pesce è arrivato pian piano, per golosità, e da allora vegetariana non mi sono più considerata. Ma la carne è rimasta un tabù, che non ho sentito mai l'esigenza di superare fino a poco tempo fa. Poi, dicevo, la curiosità è stata fatale, con grande gioia del mio fidanzato che, devo ammettere, non ha mai provato a forzarmi in questo senso. E così k-kitchen apre oggi una nuova sezione dedicata alla carne, e accetta tanti consigli perché deve imparare un sacco di cose.
Certo, come prima ricetta carnivora avrei forse dovuto parlavi del mio primo ragù, con cui ho condito le lasagne natalizie per i suoceri, o del roastbeef che mi viene strabene, oppure di certe polpette speziate con coriandolo e cumino. Invece vi parlo del lonzino del Cavoletto, perché l'ho trovato assolutamente geniale. Un salume fatto in casa buonissimo e di una semplicità sorprendente.

Visto che copio/incollo, nonostante piccole varianti, ne approfitto per partecipare al meme della Trattoria Muvara La ricetta del vicino è sempre più saporita! . La ricetta originale è qui.

Le mie varianti riguardano la combinazione sale-zucchero (io ho usato 600g di sale e 300g di zucchero per circa 900g di lonza), la durata della "cottura" in frigo (3 giorni anziché 2, ma si può arrivare a 4), e il fatto che ho legato il lonzino sia prima di metterlo nel sale sia dopo averlo ricoperto di spezie (tanto pepe, per me, e un po' di rosmarino tritato).
Ecco il risultato:

lonzino2

25/03/09

Le lasagne del compleanno (Birthday Disaster!)

Questo post partecipa al concorso Disaster Award di Alex.




24 marzo 2009. E' il compleanno del fidanzato. La torta caprese è pronta dalla mattina. Manca ancora la salsa. Chiedo consigli alle amiche su FB e, alla fine, vince la proposta di Sere: salsa ai lamponi, visto che i lamponi li avevo giusto comprati. Li frullo, aggiungo lo zucchero e metto sul fuoco a ridurre un po'.Ci siamo.
Ora è il momento del piatto forte: lasagne al pesto. Niente di trascendentale, certo, ma è il piatto preferito della mia dolce metà insieme agli gnocchi. Ho spudoratamente rubato un vasetto di pesto fatto dalla mia mamma, e preparato in anticipo la besciamella. Compongo le mie lasagne in un grosso contenitore di pirex quadrato. Sono uno spettacolo a vedersi e dal forno comincia a diffondersi un profumo che mi fa guardare l'orologio sperando che sia presto ora di cena.
Le cinque meno dieci appunto, l'ora perfetta per fare le foto della torta preparata stamattina: il sole arriva sbieco sul grande tagliere di legno, proprio come piace a me. Nessun problema di dimenticare le lasagne in forno, visto che ho attivato il timer. Faccio un paio di foto e il timer suona puntuale. Vedo le mie bellissime lasagne un po' dorate in superficie e belle gonfie di pesto e besciamella. Sono molto fiera di me. Le tiro fuori dal forno. Il ripiano a fianco della cucina è occupato dal piatto con la torta che sto fotografando, quindi le poso direttamente sui fornelli. Scatto una foto en passant alle lasagne e torno con un paio di scatti alla mia torta.

lasagne1

A un certo punto sento un toc che non capisco bene da dove arrivi. Rumore di vetro, sembra. Strano. Guardo le lasagne e mi accorgo che si stanno gonfiando inspiegabilmente. Quasi ribollono. Non faccio in tempo ad avvicinarmi che splash... il contenitore esplode seminando piccoli pezzetti di vetro per tutta la cucina.

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Non ci voglio credere. Sono sicura che quel contenitore poteva andare in forno perché l'ho già usato più volte! Comincio a pulire il pavimento mentre aspetto che ciò che resta delle mie lasagne si freddi un po' per raccogliere vetro e lasagne e buttare via tutto. A un certo punto mi avvicino e vedo la manopola del fuoco più piccola girata. E' il fornello dove ho fatto ridurre la salsa, che ho imperdonabilmente lasciato accesa al minimo :-(

lasagnesplash2

Dopo una mezz'ora di puro sconforto, incerta se scendere in rosticceria e "barare" sulle lasagne o chiamare il fidanzato e raccontare tutto. Alla fine sollevo la cornetta e confesso il disastro. Dall'altra parte del filo il silenzio dura diversi secondi. Poi, mentre lui mi suggerisce poco convinto di andare a cena fuori, mi ricordo che due ore prima ho comprato 250g di ricotta, senza idee precise su cosa farci.
La decisione è presto presa: gnocchi di ricotta!

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La cena è salva, e gli gnocchi sono ottimi, ma il profumo delle lasagne al pesto, beh, lo sento ancora stamattina.

ps: gli gnocchi sono fatti con 250g di ricotta, poco più di un etto di farina, 1 uovo, 50g d parmigiano, sale e un pizzico di nosce moscata. Conditi con salsa di pomodoro e basilico per lui e burro, basilico e pepe per me.

24/03/09

Un Santuario senza tutele

delfino a Capo Noli

Giuro che è l'ultima foto che pubblico! Ma questo fine settimana abbiamo ripreso la consueta rotta verso ovest che ci ha accompagnato quasi tutto l'autunno-inverno, per staccare un paio di giorni dalla città e godersi il mare semideserto. E ancora una volta abbiamo avuto la fortuna di un incontro. Breve perché i delfini (una decina, direi) erano parecchio impegnati a mangiare: ci hanno fatto un breve saluto, ma poi sono tornati a occuparsi del loro cibo. Noi dal canto nostro, avevamo un vento abbastanza forte quasi in poppa e poca voglia di strambare per tornare indietro, e abbiamo capito che loro non avevano molta voglia di essere disturbati. Però almeno una foto, di quei pochi minuti, sono riuscita a farla. Siamo di fronte a Capo Noli, piuttosto vicino a terra, quasi davanti allo spiaggione di Varigotti (spiaggione per noi liguri, s'intende!).
Di quest'incontro, che ha coronato un bel fine settimana di vela (con motore sempre spento tranne che per manovrare in porto) sono particolarmente felice, perché pochi giorni fa mi è capitato di leggere il rapporto di Greenpeace sul Santuario del Cetacei, che mi aveva un po' rattristato. Secondo Greenpeace, infatti, il mar Ligure, che è ricompreso integralmente nel Santuario dei Cetacei, sarebbe una vera e propria fogna a cielo aperto, con livelli di colibatteri altissimi che, insieme a diverse altre cause, contribuirebbero alla drastica riduzione dei mammiferi marini nel nostro mare.
Per arrivare a questa conclusione Greenpeace ha condotto un'indagine sul campo, che si è svolta per una decina di giorni lo scorso agosto. Immediatamente dopo la presentazione del rapporto sono arrivate accuse di semplificazioni e allarmismo ingiustificato, fondate sulla poca "scientificità", di una ricerca durata pochi giorni, nel pieno della stagione estiva, in un tratto di mare che copre solo una piccola porzione del Santuario e che ha non tiene conto dell'estrema mobilità dei cetacei e dell'intero ecosistema marino. Tutto vero, certo. Anche nella nostra piccola esperienza di frequentatori del mar ligure, possiamo dire che gli incontri più belli con i delfini li abbiamo avuti tutti fuori stagione (basta che diate un'occhiata alle date delle foto su questo blog). D'estate li incontriamo solo molto al largo, spesso di notte o appena all'alba.
E' vero però che le minacce ai mammiferi marini causate dalle attività umane sono notevoli: dall'inquinamento acustico, a quello chimico e batteriologico, dal rischio di collisione (causato soprattutto dall'alta velocità con cui sfrecciano traghetti, cargo e d'estate, barche da diporto) alla pesca illegale, fino a pratiche di whale watching "estremo", che provocano forte stress negli animali, che vengono letteralmente assediati, anziché osservati a distanza di sicurezza.
Esagerazioni? Certo il mare è una fonte di ricchezza anche economica, soprattutto per la Liguria. Basti pensare che le compagnie croceristiche o al traffico di container che sono per la nostra regione due assi portanti della tenuta economica anche in tempo di crisi. Ma davvero non è possibile conciliare, almeno un po', sviluppo e tutela dell'ambiente?
Ciò su cui studiosi e politici (almeno quelli liguri) concordano con gli ambientalisti riguarda l'essenza stessa del Santuario (costituito una decina d'anni fa tra Italia, Francia e Montecarlo) che, a differenza della aree marine protette, non ha alcun genere di potere, con cui, per esempio, regolamentare il traffico e la velocità delle navi e sanzionare i comportamenti illeciti. Una consapevolezza che (seppur con estremo ritardo!), potrebbe essere un punto di partenza per una maggiore tutela del nostro mare ma che, visto che siamo in Italia, probabilmente sarà solo l'ennesima bolla di sapone che si risolverà con un nulla di fatto.

18/03/09

Crocchette di melanzane e feta

ingredienti per crocchette

Ho voglia di vestiti leggeri e sole sulla pelle, di vento tiepido e profumo di fiori, di pic-nic sui prati e passeggiate sulla spiaggia, per immergere i piedi nell'acqua e convincersi che forse è ancora un po' fredda ma non ci vorrà ancora molto per azzardare i primi bagni. Mi sento così da una decina di giorni e approfitto di ogni momento libero per stare all'aperto. Le previsioni meteo per il prossimo week end, in realtà, non sono così incoraggianti per chi (come me) ha già tirato fuori dall'armadio il costume, però insomma, ormai ci siamo quasi.
Così sono arrivate le prime piantine aromatiche a dare una nota di verde alla mia cucina e un tocco di freschezza ai piatti. E l'altro giorno mi sono fatta tentare dalle melanzane che, certo, non sono di stagione, però erano belle e in super offerta. Volevo abbinarle alla feta, ma non facendo la solita pasta, per cui ho provato a fare delle crocchette, profumate di basilico e menta. Sono ottime così, da servire come antipasto, magari accompagnate da yogurt greco.

crocchedi melanzane e feta

Ingredienti (per una quindicina di polpette):

1 melanzana grande
100g di feta
1 uovo piccolo
1 spicchio d'aglio tritato
menta e basilico spezzettati
sale e pepe qb
pangrattato
olio per friggere

Lavate e cuocete intera la melanzana. Io di solito la metto in forno per circa 40 minuti, ma questa volta ho provato a usare il microonde (12 minuti a potenza massima sono sufficienti). Prelevate la polpa con un cucchiaio ed eliminate il liquido che si è formato. Mettete in una ciotola la polpa (schiacciata con una forchetta o tritata al coltello), insieme alla feta sbriciolata con le mani. Aggiungete le erbe sminuzzate e l'uovo; salate e pepate e unite il pangrattato necessario per avere la giusta consistenza per formare delle crocchette (una mezz'oretta in frigo aiuta ad avere un composto più sodo e ad aggiungere meno pane). Ripassate nel pangrattato e poi friggete le crocchette finché sono dorate.

17/03/09

Fast Fish

nasello rapido

Ci sarebbe quasi da vergognarsi a postare una ricetta così, se non fosse che ha avuto un successo inaspettato. Il fatto che dopo tre anni di pesce di tutti i tipi e in tutte le salse la mia dolce metà abbia deciso che il suo pesce preferito è il nasello (sic!), dovrebbe farmi infuriare, però l'amore è amore e, visto che alla fine in questi tre anni la suddetta dolce metà nel piatto non ha mai lasciato nulla, ho deciso che ogni tanto posso accontentarlo: se nasello dev'essere, nasello sia!
Fatto sta che a me il nasello non suscita particolari emozioni, tantomeno ispirazioni culinarie. Diciamo che lo tiro fuori dal freezer, mi guardo intorno e lo preparo con quel che ho. Quest'inverno l'ho preparato diverse volte con l'arancia (filetti appena infarinati e cotti nel succo d'arancia fino a farli leggermente caramellare), grazie a una ricetta rubata alla prova del cuoco. Ma l'altro giorno ero rimasta anche senza arance. Per fortuna le spezie non mancano mai.
Il buono di questa ricetta è che non c'è nemmeno bisogno di scongelare il pesce: dal freezer al piatto in meno di 15 minuti :-)

4 filetti di nasello surgelati
1 cucchiaio di semi di cumino
1 cucchiaino di semi di coriandolo pestati
1 cucchiaino di pepe bianco pestato
1 spicchio d'aglio tritato
la scorza grattuggiata di un limone non trattato (io avevo un lime)
sale
olio evo (2 cucchiai)

Scaldare l'olio con l'aglio, le spezie e la scorza di limone. Farci rosolare rapidamente i filetti, sfumare con vino bianco e poi coprire la padella giusto il tempo che i filetti diventino bianchi. Salare all'ultimo e servire.

12/03/09

La Liguria in 100 prodotti (piccolo spot!)

100prodotti

Questo libro l'ha appena pubblicato la casa editrice con cui collaboro. Il mio contributo, a dire il vero, si limita a tre foto, perché (almeno per ora) scrivo di economia, e non di cucina.
Ma il libro mi piace molto e avevo voglia di parlarvene.
Gli autori sono due giovani giornalisti (un genovese e un savonese) appassionati di buon cibo e buon vino, che si sono "sacrificati" per qualche mese, andando in giro per trattorie, ristoranti, enoteche e produttori della Liguria per assaggiare, fotografare e chiacchierare con chi la cucina ligure la fa davvero.
Ne è uscito fuori un libro, secondo me, molto carino. Non la solita raccolta di ricette, che ormai ce ne sono fin troppe, ma un libro di storie e di aneddoti che raccontano la Liguria attraverso i suoi prodotti e piatti tipici. Quelli noti in tutto il mondo e quelli che solo pochi conoscono perché magari sono legati a piccolo "pezzetto" di territorio, o fanno parte di tradizioni a rischio di estinzione. E' certamente vero che io non conosco quanto dovrei la cucina della mia regione, ma molti di questi piatti non li avevo mai nemmeno sentiti nominare!
Nel libro, come dicevo, non si trovano vere e proprie ricette, ma ci sono , sparse qua e là, parecchie "dritte" utili alla preparazione dei piatti, e diverse annotazioni che spiegano come l'accavallarsi delle tradizioni e il loro stratificarsi nel tempo e nei luoghi abbiano modificato le ricette originali o abbiano creato molte varianti, che fanno sì, per esempio, che la buridda abbia ingredienti molto diversi a seconda che la si gusti a Genova, a Savona o nel levante ligure. Inoltre, visto che non è affatto scontato scovare la trattoria che prepara ancora gli stecchi fritti (che sarebbero degli spiedini croccanti a base di carne, funghi e verdure), o la pasticceria che vende la spungata (un dolce tipico della val di Magra a base di mele, pere, pinoli e frutta candita ), in fondo a ogni scheda c'è una rapida guida che indica dove si possono assaggiare o acquistare i diversi prodotti.
Il libro è scritto in collaborazione con Slow Food (con il 10% del ricavato destinato alla fondazione Terra Madre) e sarà presentato a Slow Fish, il 20 aprile.
Un po' di info sul libro le troverete a breve qui oppure potete chiedere direttamente a me :-)

A proposito di Slow Fish, qualcuno ci viene?

Piccolo aggiornamento pratico: visto che parecchi di voi mi stanno chiedendo come acquistare il libro al di fuori della Liguria, mi dicono dalla redazione che è sufficiente mandare una mail a info@100prodotti.it per conoscere le modalità di versamento e farsi spedire il libro direttamente a casa :-)

10/03/09

Il patrimonio dei foodblogger e ...i croissant di Adina

Il tempo è davvero volato. Sono passati tre mesi dall'ultimo segnale di vita su questo blog. Me ne sono accorta solo oggi, mentre scrivevo questo post. Sto bene e, a dire il vero, non so precisamente perché non ho aggiornato il blog per così tanto tempo. Semplicemente forse avevo pochi stimoli e altro per la testa, ma poi, come sempre, dopo un po' questa casetta mi manca e mi vien voglia di tornare :-)
Questi mesi per me non sono stati sicuramente granché creativi culinariamente parlando, anche se la mia cucina è un po' cambiata, ma di questo vi racconterò un'altra volta. Diciamo per ora che sto imparando a conoscere alimenti che per molto tempo sono rimasti rigorosamente fuori dalla mia cucina (e dal mio frigo), e che ora mi ritrovo un po' a dover partire dalle "basi". Anche per questo, mi sono trovata a scopiazzare abbondantemente, e con gran soddisfazione, da vostri blog.
A proposito di scopiazzamenti, mi sembra di capire che le cose qui si stiano facendo davvero serie, e non posso non ringraziare Stella e Fiordisale, che stanno lavorando per tutti!
Tanto più che in molti casi, oltre al già poco etico (e illegale) copiare senza citare la fonte, si stanno diffondendo veri e propri raccoglitori semi-automatici di "spazzatura", che usano le nostre ricette e/o le nostre foto, messe su con cura e passione, in modo improprio anche da un punto di vista dei contenuti (qui per esempio c'è la foto della mia focaccia genovese... tanto per rendere l'idea) . E questo mi lascia piuttosto disgustata.
L'immenso patrimonio di ricette messo in rete dai fooblogger è davvero prezioso, perché consente di trovare rapidamente qualsiasi ricetta, confrontarla con altre simili, personalizzarla e magari condividere a propria volta il risultato ottenuto... Un'opportunità impensabile fino a dieci anni fa, che va tutelata con ogni mezzo!

croissant

Ecco un semplice esempio. Recentemente, mi sono rimessa all'opera con i croissant dopo circa un anno e mezzo dall'ultimo esperimento, in cui avevo utilizzato la ricetta di Mercotte. Questa volta sono stata tentata dalla ricetta di Christophe Felder che ha postato Adina qualche tempo fa. Ero un po' arrugginita quanto a impasti, stesure della sfoglia e "giri, ma sono rimasta soddisfatta. Le sfogliature sono quelle giuste, così come il sapore. La prossima volta cercherò solo di stendere più sottilmente la sfoglia finale, e tagliare i triangoli con la base un po' più grande. Però sono davvero ottimi! Un po' li ho congelati già cotti e un po' prima dell'ultima lievitazione. In entrambi i casi rendono molto bene :-)
La ricetta la trovate qui