28/08/08

Buon vento dell'Ovest

orizzonti

E, alla fine, ne è valsa davvero la pena, di rifare in parte il percorso dello scorso anno. Per spingerci stavolta un po' più in là, fino alle falesie di Cassis e alle calanques che stupiscono i naviganti con la loro bellezza e imponenza lungo la strada del mare che conduce a Marsiglia.
In due con una barchetta di 9 metri è un percorso abbastanza lungo. In due settimane abbiamo macinato più di 400 miglia tra andata e ritorno, e sono state miglia spese bene.

All'andata abbiamo fatto una notturna con una tappa unica da Genova a Saint-Tropez. Una notte in rada e via, per allontanarsi il prima possibile dalla rumorosa e poco attraente - almeno per me, almeno in estate - Costa Azzurra, davvero troppo affollata, sia in terra che in mare, per i miei gusti. Siamo stati alcuni giorni a Porquerolles, di cui ho già parlato lo scorso anno. Le isole di Hyeres sono meravigliose (mare blu, spiagge di sabbia, niente auto ecc...) ma io ho insistito per proseguire. Ema ha ceduto ma alla fine era quasi più contento di me.
Grazie ad una giornata con poco vento abbiamo superato Tolone e il famigerato Cap Siciè - sorta di Capo Horn nostrano, a detta dei locali, quando soffia il mistral - e ci siamo trovati di fronte ad un panorama mozzafiato.

ciotat

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Abbiamo fatto base alla Ciotat, piccola e accogliente cittadina, sede di storici cantieri navali entrati in crisi alla fine degli anni ottanta, e riconvertiti n questi ultimi anni alla haute plaisance, la grande nautica da diporto.
A partire da qui, procedendo verso ovest si apre una costa pressoché deserta che - con l'eccezione della piccola Cassis - si snoda lungo un percorso di circa 25 miglia, fino a Marsiglia. In mezzo falesie, calanques, isolette, rocce bianche e acqua trasparentissima. E... il nulla. Niente alberghi, niente case, pochissimi turisti. Un vero paradiso :-)

calanques

"C’est vrai qu’elles sont belles, les calanques. Ce n’est rien de le dire, il faut venir les voir. Mais on ne peut y accéder qu’à pied, ou en bateau. Les touristes y réfléchissaient à deux fois, et c’était bien ainsi".
Jean-Claude Izzo

A Marsiglia, dove ero stata qualche anno fa, siamo poi andati in bus. Purtroppo non ho fatto foto, perché dopo la mia precedente visita, ho preferito lasciare la Canon in barca in un eccesso di prudenza. Adoro Marsiglia, che per certi versi assomiglia a Genova, bellissima e forse anche un po' difficile per un turista, con la sua ampia periferia di quartieri popolari e le sue ruelles che scendono ripide verso il Port Vieux. Questa seconda visita, devo dire, forse complice il fatto che era agosto ed era giorno, mi ha restituito un'immagine più serena e vivace. Nel 2013 Marsiglia sarà capitale europea della cultura, proprio come Genova qualche anno fa. Immagino che questo contribuirà al rilancio della città, e a renderla ancora più bella. Confido, tuttavia, che i francesi saranno attenti a non snaturarla troppo, conservandone il fascino descritto splendidamente da Izzo:


"Marseille, on ne peut l'aimer qu'en arrivant par la mer. Au petit matin, à cette heure où le soleil, surgissant derrière le massif de Marseilleveyre, embrase ses colline et redonne du rose à ses vieilles pierres. On découvre alors la ville comme Protis le Phocéen la découvrit, il y a deux mille six cents ans. Et qu'importe si c'est exagérer de dire ça. Marseille exagère, toujours. C'est son fond. Et, dans le fond, rien n'a changé depuis ce jour-là.Quand la rade vous ouvre ses bras, alors, alors seulement, on perçoit le sens, éternel, de cette ville. L'accueil. Car Marseille est faite d'ailleurs, d'exils, et elle se donne sans résistance à ceux qui savent la prendre, l'aimer. Ici, on est chez soi. D'où que l'on vienne. Et personne, jamais, ne vous demandera d'où vous arrivez, exception faite des flics, la nuit".


Izzo parla anche spesso della luce di Marsiglia, e del vento, che contribuisce a rendere il blu più blu e il verde più verde. In effetti, oltre alla bellezza del paesaggio, della Provenza a me continuano a stupire i colori intensi, che rimangono negli occhi e nel cuore.

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Un'ultima annotazione di stile riguardo la Francia, i francesi e il loro rapporto con le barche a vela. L'avevo già notato al Nord, in Normandia e Bretagna, ma anche al Sud è la stessa cosa. Mentre in Italia la barca è un oggetto di lusso, da rinnovare come fosse una macchina, da lucidare da mattina a sera, in modo che sia sempre p-e-r-f-e-t-t-a per poi passare le giornate nei porti e le serate al ristorante, in Francia la barca è una sorta di casa viaggiante, sulla quale le famiglie francesi si portano di tutto: biciclette, ombrelloni (ombrelloni, sì! Altro che bimini da 2.000 euro), barbecue, canotti e canoe, cani e gatti, bambini di ogni età.
Ci sono barche di ogni tipo, ovvio, vecchie o nuove, bellissime o inguardabili, ma non è questo che conta. L'importante è navigare, fare bei bagni e belle cene, rigorosamente in barca, accompagnate da una bella bottiglia di vino fresco.
E i porti francesi lo sanno bene, e non si permettono i prezzi da strozzinaggio dei marina italiani, che per accatastare la tua barchetta a decine di altre arrivano a chiederti anche 120 euro a notte. Insomma, un altro mondo per chi ama il mare, e ogni volta che torno penso che tornerò in Francia anche il prossimo anno, che la Camargue in fondo non l'ho ancora vista e sta solo ad una cinquantina di miglia più in là :-)